Codice Tributo 4034: cos’è, a cosa si riferisce, guida compilazione F24

Nella presente guida vedremo a cosa si riferisce il codice tributo 4034 e scopriremo quando si deve utilizzare, prima di fare una piccola parentesi sulla compilazione dell’F24 con l’inserimento del codice stesso.

Cos’è il codice tributo 4034 e a cosa si riferisce

Il codice tributo 4034 in realtà è uno dei codici più utilizzati e quindi più conosciuti: è quello che si deve utilizzare quando si paga la seconda rata dell’acconto IRPEF (o quando si paga l’intero acconto in un’unica soluzione, operazione consentita solo se l’importo dell’imposta non supera i 257,52 euro). Si tratta quindi di un codice che tutte le persone che sono tenute a presentare la dichiarazione dei redditi con il modello Redditi Persone Fisiche devono utilizzare. È opportuno fare una piccola precisazione: chi presenta il modello 730 per la dichiarazione dei redditi paga l’IRPEF tramite le trattenute del sostituto di imposta (come può essere il datore di lavoro); chi invece presenta la dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF deve pagare autonomamente l’IRPEF versando l’imposta a saldo per quanto riguarda l’anno in corso, utilizzando il codice tributo 4001, e l’acconto relativo all’anno successivo, utilizzando i codici tributo 4033 per la prima rata e 4034 per la seconda rata o per il pagamento in un solo versamento.

La scadenza del pagamento dell’imposta varia a seconda dell’importo e della modalità di versamento. Se la somma dovuta non supera i 257,52 euro, il pagamento va fatto in un’unica soluzione entro il 30 novembre dell’anno, utilizzando proprio il codice 4034. Nel caso in cui la somma da pagare sia superiore a quella soglia, il contribuente può decidere se pagare il tutto in un’unica soluzione (sempre entro il 30 novembre e sempre utilizzando il codice tributo 4034) oppure se pagare due rate:

  • la prima rata dell’acconto IRPEF corrisponde al 40% dell’importo complessivo e va versata entro il 16 giugno utilizzando nel modello F24 il codice tributo 4033, entro la stessa data bisogna versare anche il saldo relativo all’anno in corso (con il codice tributo 4001);
  • la seconda rata dell’acconto IRPEF corrisponde al 60% dell’imposto complessivo e va versata entro il 30 novembre inserendo nel modello F24 il codice tributo 4034.

Chi non rispetta la scadenza dl 30 novembre per effettuare il pagamento con il codice 4034 va incontro a sanzioni amministrative. Le multe possono essere anche salate, quindi chi si rende conto di aver saltato il versamento e vuole regolarizzare la sua posizione prima che l’Agenzia delle Entrate faccia i suoi accertamenti ed invii la notifica può ricorrere al ravvedimento operoso: in questo modo si evita il pagamento della sanzione piena, perché si paga una sanzione ridotta calcolata in base al ritardo con cui viene effettuato il pagamento rispetto alla data di scadenza originaria. Chi ricorre al ravvedimento operoso deve sempre utilizzare il codice 4034 per far identificare l’imposta che si sta pagando, ma nel modello F24 deve aggiungere anche le voci relative alla sanzione ridotta per il versamento ritardato (codice tributo 1989) ed agli interessi (codice tributo 8901).

Se quanto detto finora risulta essere un po’ complicato da comprendere, forse è il caso di fare un passo indietro è scoprire cos’è l’IRPEF, chi la deve pagare e come si calcola. IRPEF è l’acronimo di imposta sul reddito delle persone fisiche e deve essere pagata da tutte le persone fisiche che conseguono dei redditi di tipo fondiario, di capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di imprese o altri. L’imposta viene calcolata sul reddito complessivo del contribuente, applicando l’aliquota prevista per il suo scaglione di reddito. Per i redditi fino a 15.000 euro (ad esclusione delle eccezioni a cui si applica un’aliquota pari a zero) si applica un’aliquota del 23%; per i redditi fino a 28.000 euro si applica un’aliquota del 23% sui primi 15.000 euro (quindi 3.450 euro) e del 27% sulla parte eccedente; per i redditi fino a 55.000 euro si applica un’aliquota del 23% sui primi 15.000 euro, del 27% sulla quota tra 15.000 e 28.000 euro e del 38% sulla parte eccedente; per i redditi fino a 75.000 euro si applica un’aliquota del 23% sui primi 15.000 euro, del 27% sulla quota tra i 15.000 ed i 28.000 euro, del 38% sulla quota tra i 28.000 ed i 55.000 euro e del 41% per la quota eccedente; per i redditi oltre ai 75.000 euro si applica un’aliquota del 23% sui primi 15.000 euro, del 27% sulla quota tra i 15.000 ed i 28.000 euro, del 38% sulla quota tra i 28.000 dei 55.000 euro, del 41% per la quota tra i 55.000 ed i 75.000 euro e del 43% per la quota eccedente.

Per i soggetti residenti nel territorio italiano, tutti i redditi (a prescindere da dove vengono prodotti) rientrano nel reddito complessivo, che può essere ridotto dai cosiddetti oneri deducibili (tra i quali figurano i contributi previdenziali). Sul reddito complessivo ridotto degli oneri deducibili vengono applicate le aliquote previste per i vari scaglioni, determinando il valore dell’imposta lorda. Da questo importo vanno sottratte le detrazioni previste dalle norme (come ad esempio le spese sanitarie) e gli eventuali crediti d’imposta: in questo modo si ottiene l’imposta netta, ovvero l’IRPEF da pagare. Come abbiamo visto prima, il pagamento avviene in due momenti: acconto (per l’anno in corso) e saldo (dell’anno precedente).

L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere pagato solo se l’imposta dichiarata nell’anno in corso (e che quindi fa riferimento all’anno precedente) è superiore ai 51,65 euro: se è inferiore ai 257,52 euro può essere pagato in due rate: la prima è pari al 40% dell’importo e va pagata entro il 30 giugno (data che corrisponde anche alla scadenza per il pagamento del saldo), mentre la seconda è pari al 60% dell’importo complessivo e va pagata entro il 30 novembre. La prima rata può essere pagata entro il 30 luglio, ma in questo caso viene applicata una maggiorazione pari allo 0,40%. Se l’acconto viene pagato in un’unica soluzione, la scadenza è quella del 30 novembre. I versamenti avvengono sempre con il modello F24, quindi è importante sapere come compilarlo e quali dati inserirvi.

Come compilare un F24 con codice tributo 4034

Per effettuare il pagamento della seconda rata dell’acconto IRPEF o per pagare l’acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in un’unica soluzione bisogna presentare il modello F24 dopo aver compilato nel modo corretto la Sezione Erario. È proprio questa la parte del modulo che deve essere compilato quando si devono pagare le imposte dirette, l’IVA, le ritenute alla fonte, altri tributi ed interessi. In realtà lo schema è abbastanza semplice: è composto da cinque colonne in cui inserire i dati relativi al tributo in questione e dalla riga Totale, in cui si devono riportare le somme degli importi presenti nella Sezione Erario e lo spazio in cui inserire il saldo da pagare. Ma andiamo con ordine.

La prima colonna è quella relativa al codice tributo: qui va inserito il codice 4034. La seconda colonna, che è quella che fa riferimento alla rateazione, non va compilata. Nella terza colonna si deve indicare l’anno di riferimento, ovvero il periodo di imposta per il quale si sta effettuando il pagamento: trattandosi di un acconto, se il versamento viene effettuato entro la scadenza, l’anno di riferimento è quello successivo a quello di pagamento. La quarta colonna è quella relativa agli importi a debito versati: in altre parole, qui si deve indicare quanto l’ammontare della seconda rata dell’acconto IRPEF (o il totale dell’acconto se si paga in un’unica soluzione). Nella quinta colonna, quella dedicata agli importi a credito portati in compensazione, non bisogna inserire nulla.

In fondo alla tabella c’è la riga Totale, che presenza tre spazi: nello spazio A bisogna riportare la somma di tutti gli importi a debito presenti nella Sezione Erario (ad esempio, se si paga in ritardo con il ravvedimento operoso, qui si dovrà mettere la somma di imposta più interessi più sanzione), mentre nello spazio B bisogna inserire la somma di tutti gli eventuali importi a credito compensati presenti in tutta la Sezione Erario. Nella casella Saldo bisogna riportare la differenza tra gli importi indicati nelle caselle A e B. Gli spazi che si trovano al di sotto della riga Totale, ovvero quelli relativi al codice ufficio ed al codice atto, non devono essere compilati dal contribuente. Questa modalità di pagamento è valida per i contribuenti che presentano come dichiarazione dei redditi il modello Redditi PF, mentre chi presenta il modello 730 deve effettuare il pagamento in autonomi solo se non hanno un sostituto di imposta.