Codice Tributo 2003 IRES: cos’è, a cosa si riferisce, guida alla compensazione

Quando è necessario utilizzare il Codice Tributo 2003 durante la compilazione del modello F24? Il modulo per il versamento di imposte, contributi o altri importi a favore dello Stato, delle Regioni, dei Comuni o degli Enti Previdenziali rivolto ai lavoratori autonomi e ai lavoratori con Partita IVA è lo strumento indispensabile per pagare imposte e tributi in Italia. Dato il gran numero di imposte e simili in Italia, pensare di compilare in autonomia il modello F24 può destare preoccupazione ma è possibile soprattutto se si approfondiscono modalità e significato dei codici tributo. Questi sono fondamentali per stilare correttamente l’F24 e non rischiare di rendere nullo un versamento. Ad ogni imposta, ad ogni tributo o contributo corrisponde uno specifico codice che dovrà essere inserito nel giusto riquadro di riferimento sul modulo. Vista la presenza di più sezioni nel modello F24, a prima vista potrebbe non essere chiara la posizione di inserimento del codice tributo. Qui interveniamo noi, fornendo varie informazioni sul codice di nostro interesse oggi, il 2003. Scopriremo cos’è, a cosa si riferisce e procederemo con una guida alla compensazione indicando, naturalmente, come compilare correttamente il modello F24.

Cos’è il Codice Tributo 2003 IRES e a cosa si riferisce

Il Codice Tributo è un codice unico identificativo alfanumerico che specifica la tipologia di tributo, entrata, sanzione o interessi da versare mediante la compilazione dei modelli F23 e F24. La differenza tra i due moduli è determinata principalmente dai destinatari e dal tipo di pagamento. Demanio, Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate nel primo caso e contributi Inps, Inail, imposte locali, Ici e altro nel secondo caso. Il Codice Tributo 2003 in base al tributo di riferimento deve essere inserito nell’elenco dei codici che prevedono la compilazione del modello F24. Si riferisce, infatti, al pagamento dell’imposta chiamata IRES, Imposta sul Reddito delle Società. Questa viene determinata annualmente con l’applicazione di una aliquota proporzionale alla base imponibili formata dai ricavi meno i costi deducibili.

L’aliquota stabilita dal Governo è del 24%. Ciò significa che se, ad esempio, una società dichiara un reddito imponibile di 100 mila euro dovrà versare 24 mila euro attraverso il Codice Tributo 2003 mediante compilazione del modello F24. E’ importante sapere che l’imposta IRES deve essere pagata dalle società di capitali, dagli enti commerciali e non commerciali, dalle società e dagli enti non residenti in Italia, dai trust, associazioni non riconosciute e ai consorzi e da ogni altra organizzazione collettiva che non rientra nelle tipologie indicate. L’applicazione dell’aliquota al 24% riguarda il reddito prodotto dalle società di tipo commerciale che dovranno utilizzare il codice numero 2003 per versare, nello specifico, il saldo dell’IRES. Serve, inoltre, per compensare degli importi a credito.

Qualora si avesse l’esigenza di inserire il codice 2003 per corrispondere il saldo dell’imposta IRES sarebbe necessario conoscere l’esatta collocazione nel modello F24. Le sezioni del modulo sono varie. La sezione Erario, quella di nostro interesse, serve per versare tributi Irpef, IRES, Iva, ritenute d’acconto e tasse erariali. La sezione Regioni serve per pagare imposte regionali come Irap e addizionale regionale all’Irpef mentre la sezione Imu e altri tributi locali è necessaria per il pagamento delle imposte comunali. I campi presente nella sezione Erario e nelle altre sezioni sono Contribuente, dove andranno indicati il codice fiscale, i dati anagrafici e il domicilio fiscale, Coobligato, per inserire dove previsto il codice identificativo, Codici Tributo, indicano la tipologia di imposta da pagare, Anno/Periodo di riferimento, Regioni e nella Sezione Imu è presente anche il campo Imu e altri tributi locali.

Dovendo compilare il modello F24 con il codice 2003 per saldare il pagamento del tributo IRES, bisognerà, dunque, trovare la Sezione Erario e la dicitura “Imposte dirette- Iva Ritenute alla Fonte Altri tributi e interessi”. Nella colonna “Codice Tributo” occorrerà inserire 2003 mentre la seconda colonna denominata “Rateazione/regione/prov/mese rif sarà dedicata all’inserimento di un codice che indichi la rata che si desidera pagare e il numero totale di rate scelte. Se, per, esempio, venissero scelte 7 rate, nella colonna di riferimento bisognerà scrivere 0707 per il saldo dell’IRES con il pagamento dell’ultima rata se invece si scegliesse di pagare in un’unica soluzione il codice da inserire nella seconda colonna sarebbe 0101. Arrivati alla terza colonna “Anno di riferimento” occorrerà inserire l’anno d’imposta a cui si riferisce l’imposta da pagare e dovrà essere riportato con le quattro cifre.

Le colonne successive sono dedicate gli importi a debito versati e agli importi a credito compensati. L’importo a debito è la rata da versare per il pagamento dell’IRES e, quindi, la colonna andrà compilata con la cifra esatta da versare. Ricordiamo che gli importi dovranno essere sempre indicati con le prime due cifre dei decimali, anche se pari a zero. In presenza di più cifre occorrerà procedere con l’arrotondamento seguendo uno specifico criterio. Se la terza cifra è uguale o superiore a 5, l’arrotondamento al centesimo andrà effettuato per eccesso (83,897 euro diventerebbe 83,90 euro), se inferiore a 5 per difetto (83,892 euro diventerebbe 83,89 euro).

La quinta colonna riguarda la  compensazione di importi a credito. Se presenti insieme agli importi a debito, per arrivare ad indicare l’importo da versare nel campo “Saldo” occorrerà procedere calcolando la differenza tra importi a debito e a credito mentre se risulteranno assenti basterà riportare l’importo della rata da versare. Qualora ci fossero solo importi a credito occorrerà compilare unicamente la colonna corrispondente e poi inserire la stessa cifra nel Saldo. Infine, le voci relative al Codice Ufficio e al Codice Atto non andranno compilate. A questo punto sareste pronti per pagare l’imposta IRES dopo una corretta compilazione del modello F24. E’ importante, però, approfondire ulteriormente l’argomento della compensazione dei crediti tributi per non rischiare di perdere l’occasione di ricevere indietro cifre versate ma non dovute.

Guida alla compensazione IRES con Codice Tributo 2003

Il Decreto Legge in termini di compensazione definisce che “La compensazione del credito annuale o relativo a periodi inferiori all’anno dell’imposta sul valore aggiunto, dei crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle imposte sostitutive delle imposte sui redditi e all’imposta regionale sulle attività produttive, per importi superiori a 5.000,00 euro annui, può essere effettuata a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui il credito emerge“. Il credito verrà poi compensato a partire dal decimo giorno dalla presentazione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione che specifica l’importo a debito. Superando l’importo di 5 mila euro annui, lo strumento da utilizzare per la compensazione è il Modello F24 e per quanto riguarda la compensazione IRES il codice tributo è 2003. Tale codice, però, rientra nell’elenco dei codici tributo con debiti che possono essere estinti tramite compensazione con crediti pregressi relativi alla stessa imposta senza che la compensazione concorra necessariamente al raggiungimento dei 5 mila euro.

Per esempio, se nello stesso modello F24 viene utilizzato in compensazione un credito IRES con Codice Tributo 2003 corrispondente a 6 mila euro a cui si aggiungono mille euro di fondi propri per un acconto IRES di 7 mila euro per il periodo di imposta successivo, tale operazione non dovrà essere preceduta dalla presentazione della dichiarazione dei redditi da cui emerge l’IRES. Questo è quanto affermato dalla Legge secondo le nuove disposizione che valgono per le compensazioni di crediti a decorrere dal 31 dicembre 2019.

Occorre sapere che al fine di contrastare le indebite compensazioni, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Inail hanno messo a punto una collaborazione per cui gli enti potranno segnalare all’Agenzia eventuali compensazioni dubbie e che presentano profili di rischio. Qualora dovesse venire identificato un tentativo di compensare crediti non utilizzabili, l’Agenzia delle Entrate procederebbe con la comunicazione entro trenta giorni della mancata delega di pagamento e verrebbe applicata una sanzione del 5% dell’importo fino a 5 mila euro e pari a 250,00 euro per importi superiori.

Chiariti i dubbi sulla compensazione dei crediti per l’imposta IRES a cui corrisponde il codice tributo 2003 è importante sapere che tale codice può essere utilizzato anche per il ravvedimento operoso. Ciò significa che qualora ci si accorgesse di non aver pagato l’imposta IRES, si potrebbe utilizzare il codice 2003 per versare l’importo di IRES a saldo omesso procedendo con la compilazione del modello F24.

Ricordiamo, infine, che il saldo IRES si paga entro il 30 giugno dell’anno successivo e che il calcolo deve essere effettuato sull’utile effettivo realizzato. Di conseguenza, nel mese di giugno si verseranno saldo dell’anno precedente e prima rata dell’anno in corso. Inoltre, per la compilazione del modello F24 è possibile utilizzare il servizio F24 Web messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per i contribuenti all’interno del portale www.agenziaentrate.gov.it. Grazie a questo servizio si potrà sia compilare il modulo che inviarlo direttamente utilizzando l’intera procedura telematica. In alternativa, è possibile utilizzate il software di compilazione e il software di controllo per procedere con la predisposizione, la verifica e l’invio del file creato. Poter usufruire della verifica è molto importante perché compilare in maniera errata il modello F24 potrebbe significare ricevere sanzioni più o meno onerose. Qualora nonostante la spiegazione sulla compilazione con riferimento al Codice Tributo 2003 per il versamento del saldo Imposta sul Reddito delle Società si avessero dubbi sul corretto inserimento di importi e dati, è consigliabile lasciarsi aiutare dal proprio commercialista oppure da enti predisposti quali Caf, patronati e simili.