Perché diversificare gli investimenti?

Quando si parla di investimenti, qualsiasi consulente finanziario consiglia sempre di attenersi ad un principio essenziale: diversificare. Uno degli errori più nocivi per chi possiede dei capitali consiste proprio nell’impiegare l’intera somma in un unico prodotto, aumentando così i rischi in caso di andamento negativo dell’operazione. Forniamo qui di seguito alcuni consigli su come diversificare gli investimenti, aumentando la sicurezza dei loro rendimenti e diminuendo i pericoli di incorrere in passivi.

I vantaggi di diversificare gli investimenti

I recenti sviluppi del caso del fallimento dei cinque istituti di credito italiani che hanno causato la perdita dei risparmi di migliaia di sfortunati utenti deve far riflettere circa due fattori fondamentali da tenere a mente nel momento in cui si decide di investire dei capitali: in primo luogo, occorre valutare attentamente sia la trasparenza della proposta che l’affidabilità della banca offerente, cercando di resistere alla tentazione delle sirene che promettono rendimenti eclatanti; dall’altra, è sempre opportuno definire un piano d’azione, costruendo un portafoglio variegato ed evitando di concentrare l’intero capitale in un unico investimento.

Ad esempio, chi possiede una somma di 100 mila euro potrà dividerla in 3 o 4 parti da destinare all’attivazione di un conto deposito, all’acquisto di obbligazioni e e alla sottoscrizione di prodotti azionari. Nel gergo della finanza, un’operazione del genere prende il nome di “diversificazione” del capitale, una modalità di investimento che consente di tutelarsi dai rischi: puntando su un’unica operazione, se la percentuale di rendimento può salire, aumenta anche il pericolo di perdere grosse fette dell’importo investito in caso di evenienze impreviste, come ben illustrato dall’episodio precedentemente citato.

Risulta quindi opportuno accontentarsi di rendite potenzialmente inferiori, che verranno però bilanciate dalla consapevolezza di aver investito in prodotti sicuri; inoltre, con questa strategia i passivi causati da un investimento infruttuoso potranno essere coperti dalle rendite ricavate contemporaneamente dalle altre operazioni, per cui il bilancio totale potrà risultare comunque positivo anche in caso di singole perdite.

Strategie per diversificare

Al fine di impiegare al meglio i propri risparmi, si possono consultare le risorse messe a disposizione dagli istituti di credito, come i servizi di consulenza delle banche, in grado di orientare gli utenti verso le operazioni da effettuare sui mercati finanziari. Ad esempio, nel sito di Mediolanum si potrà trovare il modello “5D”, una strategia di investimento che mira a tutelare il capitale diversificandolo in base a cinque criteri specifici: il primo consiste nella durata dei prodotti finanziari, che potranno assumere scadenze a breve, medio e lungo periodo, con queste ultime che si prospettano molto interessanti per l’alto potenziale di rendita che possono offrire; il secondo criterio è la varietà dei titoli azionari (un portafoglio vario è ben composto è meglio del possesso di azioni di un singolo asset); al terzo posto troviamo la diversificazione per area geografica, che può amplificare i margini di rendimento; orientarsi verso mercati emergenti rappresenta il quarto criterio; ed infine, si suggerisce di puntare alla molteplicità degli strumenti di investimento, acquisendo azioni, partecipando a fondi, sottoscrivendo polizze e, perché no, dedicando una piccola somma anche al trading online con le piattaforme del Forex o per CFD.

Questo è solo uno tra i tanti modelli che si potranno trovare effettuando una semplice ricerca su internet in tema di diversificazione del capitale da investire. Ovviamente occorrerà del tempo per monitorare le varie offerte, confrontando i potenziali vantaggi dei prodotti e valutandone la convenienza: ogni soluzione di investimento è infatti associata a dei costi, come quelli di apertura della pratica, le marche da bollo, le imposte sui rendimenti e il canone dei conti correnti, per cui è essenziale capire se si andrà incontro a degli effettivi profitti, una volta sottratte tutte le spese aggiuntive.