Quanto guadagna un bidello nel 2024: stipendio al mese in Italia e contratto

Un tempo si chiamava bidello, oggi invece, collaboratore scolastico. Anche se il suo nome è cambiato stiamo parlando sempre di quella figura che, nel sistema scolastico italiano, si occupa della cura e della manutenzione degli locali della scuola, di qualsiasi ordine e grado. Il collaboratore scolastico, inoltre, si occupa anche dello svolgimento di tutte quelle attività che afferiscono agli ambiti della sicurezza, assistenza e vigilanza.

In questo articolo vedremo dunque quanto guadagna al mese un operatore scolastico e che tipo di contratto di lavorativo possiede.

Il bidello nel 2024: le mansioni attuali previste da contratto lavorativo

Prima di concentrarci sulla questione remunerativa, è opportuno fare una premessa riguardante le mansioni e il ruolo ricoperto dal bidello all’interno del sistema scolastico italiano, anche perché questo ci consente di comprendere meglio quali siano le opportunità di guadagno per chi decide di intraprendere questo genere di carriera professione.

Quello del bidello, si sa, è un tipo di lavoro che ancora oggi subisce un po’ il pregiudizio che nel corso degli anni si è venuto a creare intorno a questa figura e che sostanzialmente è basata su una concezione vecchia della professione, che vede il bidello impegnato esclusivamente in attività marginali.

Un tempo infatti, fare il bidello voleva dire occuparsi quasi esclusivamente della pulizia dei locali della scuola e di poche altre mansioni, sicuramente poco qualificanti. Fortunatamente, oggi, non è più così, e lo si deduce anche dal fatto che con il tempo il termine bidello è sopravvissuto solamente nell’uso più comune, mentre nel contesto professionale oggi si parla di collaboratore scolastico. L’espressione non è casuale perché oggi il collaboratore scolastico identifica una qualifica professionale che abbraccia un ampio spettro di mansioni, caratterizzate, talvolta, anche da un elevato grado di responsabilità operativa. Oggi infatti il collaboratore scolastico svolge attività di:

  • controllo delle attività studentesche (occupazioni, autogestioni, riunioni, entrate, uscite, comportamenti al di fuori delle aule, ecc.);
  • assistenza didattica;
  • supporto agli alunni affetti da disabilità;
  • cura e mantenimento dell’igiene dell’istituto;
  • centralinista;
  • apertura e chiusura dell’edificio;
  • sorveglianza e controllo della sicurezza dei locali;
  • controllo e responsabilità della strumentazione in dotazione alle scuole.

Come si può osservare, dunque, il bidello svolge una serie di attività eterogenee e di grande responsabilità, perciò è molto più di un semplice addetto alle pulizie dell’edificio, come accadeva un tempo. Oggi infatti, il collaboratore scolastico è un vero e proprio elemento attivo dell’istituto che, in alcuni casi, è anche a stretto contatto con la direzione della scuola, della quale applica operativamente le disposizioni affidategli. Ne consegue quindi che vi sia una responsabilizzazione maggiore dell’operatore, a cui corrisponde per forza di cose un aumento stipendiale adeguato al profilo.

A quanto ammonta in Italia lo stipendio mensile di un bidello

A giudicare dalle premesse, quindi, la professione del bidello è caratterizzata da numerose attività che rientrano nella sfera della sorveglianza e dell’accoglienza e per questo si tratta di un ruolo per niente secondario all’interno dell’istituto e che pertanto deve essere adeguatamente retribuito. 

Attualmente lo stipendio medio previsto per i lavoratori inquadrati in questa categoria lavorativa è di circa 1.300 euro lordi al mese che, al netto delle tasse trattenute in busta paga ogni mese, diventano circa 1.000/1.1000 euro nette al mese.

Naturalmente, anche per i bidelli, è previsto il pagamento della tredicesima mensilità, pertanto, lo stipendio medio annuo di un collaboratore scolastico ammonta all’incirca a 15.500/15.600 euro.

Naturalmente lo stipendio varia in base alla regione di residenza, alle tasse eventualmente applicate dall’amministrazione di riferimento, ma mediamente questo è lo stipendio base. Nel corso del tempo, però, lo stipendio può subire delle variazioni; a incidere molto sulle variazioni stipendiali, come accade per ogni impiego, concorre soprattutto l’indice di anzianità, e cioè gli anni di lavoro dell’impiegato. Per i collaboratori scolastici, le fasce retributive, approssimate e legate all’anzianità, sono ripartite come segue (lo stipendio è riportato al lordo):

  • 1.300/1350 euro – 0/8 anni;
  • 1.400/1.450 euro – 0-9 anni;
  • 1.500/1.550 euro – 15-20 anni;
  • 1.600/1.650 euro – 21-27 anni;
  • 1.700/1.750 euro – 38-34 anni;
  • 1.770/1.780 euro – +35 anni.

Questi sono i dati attuali riguardanti lo stipendio di un collaboratore scolastico impiegato in una scuola pubblica italiana. Proprio in questi mesi, però, sono attese le novità relative a possibili aumenti stipendiali previsti per il comparto degli operatori scolastici. L’incremento lordo dovrebbe essere all’incirca tra i 90 e i 100 euro, che andranno ovviamente calcolate in base alla tassazione vigente. L’aumento previsto dal Governo, come annunciato dal ministro Giuseppe Valditara (Ministero dell’Istruzione e del Marito) riguarda non solamente le indennità fisse, ma anche quelle ricorrenti. L’aumento, inoltre, indistintamente tutti i collaboratori scolastici, diversamente inquadrati nelle relative fasce

In questo modo, un collaboratore amministrativo, a fine anno, può arrivare a guadagnare tra le 600 e le 800 euro in più.

Collaboratore scolastico in Italia: contratto 2024

Per capire però quanto guadagna un bidello occorre conoscere anche l’inquadramento contrattuale, oltre che le attività svolte, che però abbiamo già trattato poco sopra.

Un altro elemento importante da considerare ai fini della nostra trattazione, oltre allo stipendio tabellare, è l’orario di lavoro, che fino ad ora avevamo tralasciato.

Il contratto di lavoro del comparto professionale, all’interno del quale rientrano anche i collaboratori scolastici di nostro interesse, è un contratto pubblico in piena regola e, pertanto, prevede il superamente di un concorso pubblico che dà diritto all’accesso e lo stesso orario di lavoro, fissato a 36 ore settimanali, per un totale mensile di 144 ore di lavoro.

Come previsto dal CCNL, le ore di lavoro possono essere articolate settimanalmente in base all’organizzazione interna della scuola e alle necessità del servizio. Il contratto di lavoro consente anche, sempre tenendo conto le disparate esigenze dell’istituto, di articolare l’orario di lavoro in modalità verticale, facendo quindi un orario di lavoro lungo su meno giornate oppure corto e spalmato per tutta la settimana. Generalmente però i contratti di questo tipo, proprio in virtù della tipologia di lavoro, si svolgono prevalentemente nell’arco delle ore mattutine, pertanto anche l’articolazione oraria predilige le mattine anziché i pomeriggi.

Per quanto riguarda l’inquadramento contrattuale, i collaboratori scolastici rientrano a pieno titolo nella categoria lavorativa del personale ATA, espressione che indica il comparto dei lavoratori amministrativi, tecnici e ausiliari (di cui ATA è l’acronimo) che operano all’interno degli istituti scolastici italiani. Rientrano in questa categoria tutti quei lavoratori che operano all’interno della scuola e che non fanno parte del corpo docente. Secondo quanto prevede il nostro CCNL, e partendo dalle mansioni che abbiamo visto precedentemente, i collaboratori amministrativi rientrano a pieno titolo nell’area A del comparto ATA.

All’interno dell’area A, vi sono poi delle sottocategorie che suddividono i diversi collaboratori scolastici in base alla specificità delle mansioni svolte. Il mansionario di un collaboratore scolastico, può essere più o meno ampio e più o meno specifico, in base al livello di professionalità richiesta dall’istituto. I collaboratori scolastici si suddividono in due categorie, alle quali corrispondono due trattamenti economici differenziati ed equivalenti al profilo:

  • collaboratori area A: in questa categoria, rientrano a pieno titolo tutti i collaboratori scolastici che si occupano di svolgere attività di tipo generale e con un grado di specificità base. Generalmente, le mansioni svolte da collaboratori afferenti a questa categoria sono pertinenti al settore dell’accoglienza, della sorveglianza degli studenti, tanto nel periodo che precede le elezioni quanto in quello che segue le giornate didattiche. rientrano nelle competenze di pertinenza dell’area A anche le attività di pulizia dei locali e dei servizi igienici, così come quelle che riguardano la sorveglianza e l’assistenza durante le ore pasti. Sempre di competenza del personale di area A rientrano tutte le attività di custodia e manutenzione degli arredi e degli apparati strumentali in dotazione alla scuola oltre che l’assistenza alla didattica e al sostegno nei casi di studenti affetti da disabilità, cognitiva e fisica;
  • collaboratori area A super: in questa categoria particolare rientrano invece tutti i collaboratori scolastici che operano all’interno di istituti scolastici ad indirizzo agrario e forestale e che quindi oltre alle mansioni svolte dai colleghi di area A devono anche svolgere mansioni più specifiche e pertinenti all’indirizzo dell’istituto presso il quale sono collocati

Concludiamo la rassegna sui contratti del personale scolastico specificando qualcosa in merito ai titoli necessari per avere accesso alla carriera professionale del bidello.

Per svolgere questo tipo di professione non occorre una formazione specifica, né tanto meno un titolo professionale accademico, anche perché, stando alla normativa vigente in materia di pubblico impiego, i profili lavorativi che rientrano nella categoria A (e anche B), prevedono solamente il possesso di un diploma di maturità e il superamento di un concorso pubblico indetto dal Ministero dell’Istruzione. In alternativa alla maturità, qualora non sia stata conseguita, è obbligatorio essere in possesso di un diploma di qualifica regionale della durata di 3 anni, rilasciato dalla propria Regione di residenza.

Oltre al titolo di studio, sono anche valutate positivamente eventuali esperienze lavorative sul campo, quali ad esempio supplenze e periodi di attività di collaborazione scolastica svolti per un periodo, anche non continuativo, della durata di 24 mesi. L’esperienza professionale consente l’accesso preferenziale al ruolo e costituisce titolo valutabile ai fini concorsuali.