Contratto di lavoro intermittente: come funziona la comunicazione e il modello

In questo articolo approfondiremo la conoscenza del contratto di lavoro intermittente. Vedremo come funziona la comunicazione e cosa prevede il modello di questo contratto.

Il lavoratore che non è soggetto ad un impiego costante e continuativo ma per periodi legati alle necessità del datore di lavoro sottoscrive un contratto di lavoro subordinato denominato “a chiamata” o “intermittente”. La tempistica e la modalità derivano dalle scelte dell’azienda o di chi offre l’occupazione. Le prestazioni del lavoratore vengono richieste in periodi con picchi di produzione, in caso di aumento di incarichi o di mancanza di altro personale. Nonostante l’intermittenza del rapporto lavorativo, quest’ultimo deve essere regolato da uno specifico contratto che ora analizzeremo nel dettaglio.

Cosa prevede il modello di contratto di lavoro intermittente o “a chiamata”?

Il contratto intermittente nasce con l’esigenza di regolare i rapporti di lavoro discontinui. Può essere sia a tempo determinato che indeterminato e deve essere sottoscritto in forma cartacea per essere valido. L’accordo deve chiarire dettagliatamente la durata del contratto, la causale del ricorso al lavoro intermittente (che può essere soggettiva o oggettiva), dove e in che modo accade il rapporto di lavoro e qual è la disponibilità richiesta al lavoratore, il preavviso di chiamata, il trattamento economico e normativo, l’indennità di disponibilità dove presente, la modalità di chiamata del lavoratore ed eventuali misure di sicurezza.

Il rapporto di lavoro viene, dunque, definito in ogni singolo aspetto per fornire una garanzia al lavoratore anche nel caso di una breve occupazione. Il requisito primario richiesto dal modello di contratto di lavoro intermittente per chi si propone come impiegato, operaio o quant’altro, è un’età inferiore ai 24 anni (in questo caso il lavoro dovrà concludersi entro il compimento del 25° anno) o superiore ai 55 (tranne i pensionati). Tra le occupazioni per cui si potrebbe essere contattati per un contratto a chiamata troviamo, per esempio, quella di giardiniere, di hostess, di lavoratore nello spettacolo, come domestico, addetto alla reception o al centralino.

Il contratto, inoltre, stabilisce che il rapporto tra il lavoratore e lo stesso datore di lavoro non può durare per più di 400 giornate all’interno di tre anni solari. Superato tale limite, non si può più parlare di contratto intermittente ma di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Questa regola non vale per i settori dello spettacolo, del turismo e del pubblico esercizio.

E’ possibile essere soggetti a più chiamate per lavoro intermittente contemporaneamente, l’unica accortezza è che non ci debba essere concorrenze tra le aziende che offrono l’occupazione. Infine, non è possibile stipulare un contratto a chiamata in caso di sostituzione di lavoratori che stanno scioperando, di licenziamenti collettivi o riduzione di orari nei sei mesi precedenti da parte dell’azienda o del datore di lavoro oppure se l’impresa non ha effettuato la necessaria valutazione dei rischi per la sicurezza sul lavoro.

Comunicazione per lavorare con un contratto intermittente

La chiamata effettuata al lavoratore da parte del datore di lavoro è soggetta a delle precise regole. Nel momento in cui il datore intende avvalersi delle prestazioni di un lavoratore è obbligato a fornire preventivamente una comunicazione alla Direzione Provinciale del Lavoro competente. Qualora questo passaggio non avvenisse, scatterà una multa il cui importo varia dai 400 ai 2.400 euro. Con tale comunicazione il datore informa l’assunzione temporanea fino ad un massimo di 10 lavoratori per modulo compilato (Modulo Intermittenti).

I campi la cui compilazione è necessaria sono quelli relativi al codice fiscale e all’e-mail” della sezione “Datore di Lavoro” mentre si può scegliere se compilare il campo del codice fiscale del lavoratore o del codice comunicazione (UNILAV). Inoltre, dovrà essere indicata sia la data di inizio che di fine chiamata del lavoratore. Il modulo prevede anche l’eventualità di annullare la comunicazione dopo essere stata inviata, selezionando la casella “Annullamento” e specificando la prestazione. L’ultimo passo è inoltrare il modulo all’indirizzo PEC intermittenti@pec.lavoro.gov.it.

Il preavviso deve essere di minimo un giorno lavorativo e il lavoratore non è obbligato a rispondere sempre positivamente alla richiesta. Solo alcuni contratti prevedono l’obbligatorietà che deve essere messa per iscritto e affiancata da una indennità di disponibilità (non inferiore al 20% della retribuzione decisa dal contratto collettivo nazionale del lavoro). Esistono, dunque, due tipi di contratti per lavoro intermittente, con garanzia di disponibilità e senza garanzia di disponibilità. Nel primo caso, il lavoratore riceverà un compenso durante il periodo di inattività ma ha il dovere di rispondere immediatamente alla chiamata. Tale compenso di indennità non si maturerà in caso di malattia o infortunio, evento che deve essere subito comunicato al datore di lavoro. Nel secondo caso, si è liberi di accettare o meno le mansioni per cui è giunta la comunicazione.

In ogni caso, la retribuzione percepita dal lavoratore che ha stipulato un contratto intermittente non dovrà essere inferiore all’importo ricevuto dai colleghi di livello equivalente.