Buoni pasto obbligatori: requisiti e importo giornaliero

I buoni pasto spettano a tutti i lavoratori oppure no? Quali requisiti bisogna avere per poter usufruire di questo servizio? 

Il buono pasto si presenta sotto forma di ticket cartaceo o digitale che viene fornito ai dipendenti dal proprio datore di lavoro. Solitamente questa scelta aziendale viene presa dalle aziende che non possono garantire ai propri dipendenti un servizio mensa interno o esterno al luogo di lavoro. E’ necessario specificare che i buoni pasto non sono obbligatori per legge, bensì la loro concessione è a discrezione del datore di lavoro.

Grazie ai buoni pasto, i dipendenti dell’azienda che li concede, potranno svolgere la propria pausa pranzo in dei locali con delle apposite promozioni selezionate per far sì che possiamo risparmiare. 

Buoni pasti obbligatori: i requisiti

I buoni pasto, come stabilito dal Decreto Ministeriale del 7 giugno 2017 n. 122 che ne regola la gestione, sono un diritto di tutti i dipendenti, indipendentemente che siano essi assunti con un contratto di lavoro part-time o full time, che siano essi dipendenti subordinati o collaboratori autonomi. Inoltre, non solo i lavoratori in presenza, ma anche quelli che lavorano da remoto con la formula dello smart-working hanno diritto ai buoni pasto. Tutto ciò, come accennato in precedenza, dipende sempre dall’azienda per la quale si lavora poiché essi rappresentano un diritto ma il datore di lavoro non è in alcun modo obbligato a provvedere alla loro erogazione. Un benefit, quindi, a discrezione dell’azienda.

I buoni pasto prevedono che i dipendenti svolgano la propria pausa pranzo e consumino il proprio cibo in dei locali convenzionati che offrono dei menù (solitamente fissi) e dei prezzi molto vantaggiosi. Non solo, i buoni pasto sono solitamente spendibili anche online presso e-commerce convenzionati. Sicuramente, quindi, i buoni pasto rappresentano un ottimo benefit concesso dalle aziende. 

Come fa un lavoratore a sapere se ha diritto ai buoni pasto?

Un lavoratore, per sapere se ha il diritto di usufruire di questo servizio, può consultare il proprio Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) e il proprio contratto di assunzione su cui saranno specificati tutti i suoi diritti. 

Quando non è possibile, invece, godere dei buoni pasto? Tutte quelle giornate che non prevedono la presenza fisica del lavoratore presso la sede di lavoro per l’intera durata del turno lavorativo, non prevedono quindi l’erogazione di un buono pasto. Ad esempio le ore di permesso, i giorni di malattia, quelli di ferie, quelli di cassa integrazione, le giornate di sciopero e i permessi relativi alla legge 104. 

Buoni pasto: importo giornaliero minimo per essere in regola

E’ innanzitutto doveroso fare una distinzione tra i buoni pasto cartacei e quelli elettronici. 

Ciò che li distingue è sicuramente l’aspetto della praticità dei buoni pasto elettronici rispetto a quelli cartacei, che è visibile sin da subito. Il carattere totalmente digitale di questi ultimi rende più facile e immediato non solo l’utilizzo dei ticket stessi ma anche il loro controllo e la loro tracciabilità. I buoni pasto cartacei, sempre secondo la normativa che li regola, devono avere delle peculiarità che sono: il codice fiscale del datore di lavoro e della società di emissione; devono recare chiaramente il proprio valore; il termine entro il quale bisogna usufruirne; uno spazio compilabile in cui vanno inseriti la data di utilizzo, la firma del titolare e il timbro dell’esercente convenzionato per il ritiro. 

I buoni pasto elettronici, invece prevedono una maggiore facilità di utilizzo poiché alcuni dei dati sopraelencati come la data di utilizzo e i dati del venditore convenzionato sono associati a quel determinato buono al momento del suo utilizzo. Altrettanto comode sono anche le applicazioni, come quella di Ticket Restaurant che permettono di avere sottomano i propri buoni e di utilizzarli in ogni momento tramite lo smartphone. 

Inoltre, da non sottovalutare è anche l’aspetto economico. Grazie alla legge di bilancio del 2020, ancora oggi in vigore, le soglie dell’esenzione fiscale riguardo i buoni pasto sono state aggiornate. In maniera particolare è stata fatta una distinzione proprio tra i buoni pasto cartacei e quelli elettronici favorendo questi ultimi. La soglia per i buoni pasto elettronici è di 8 euro, mentre per quelli cartacei è di 4 euro, fino al raggiungimento di queste cifre, infatti, l’azienda è esente dal pagamento delle tasse sugli stessi. 

L’importo minimo di erogazione di un buono pasto corrisponde a 2 euro mentre quello massimo arriva fino ai 15 euro. Nella media le aziende, distribuiscono i buoni pasto con un valore compreso tra i 5 e i 10 euro. 

I buoni pasto hanno un carattere strettamente individuale: non sono cumulabili (solitamente oltre gli 8), non sono cedibili, tramutabili in denaro o commercializzabili.