Risarcimento danni amianto: regole Inail per malattia, eredi del defunto per morte da amianto

Affronteremo oggi un argomento spinoso che tocca da vicino persone e familiari le cui vite sono state modificate in negativo dall’amianto. La legge stabilisce che le vittime e loro i parenti debbano ottenere un risarcimento dei danni patrimoniali e non delle prestazioni previdenziali. 

La respirazione delle fibre dell’amianto può causare tre differenti malattie, l’asbestosi, il cancro al polmone e il mesotelioma. Difficoltà respiratorie, disturbi cardiaci, danni al pericardio sono alcune delle conseguenze dell’inalazione dell’amianto con conseguente insorgere delle malattie che possono portare alla morte della persona coinvolta. Consideriamo che il cancro al polmone è mortale nel 95% dei casi e che il mesotelioma è inguaribile e porta al decesso entro 12-18 mesi dall’esposizione al minerale. Vediamo quali sono le regole che disciplinano il risarcimento e come coinvolgono gli eredi del defunto per morte da amianto.

Regole sul risarcimento dei danni causati dall’amianto

Per poter ottenere un risarcimento danni a causa dell’esposizione all’amianto durante l’attività lavorativa occorre accertare inequivocabilmente che i danni stessi o la malattia di cui si soffre siano conseguenza dell’amianto (o asbesto). L’INAIL ha stilato più liste in cui vengono esplicitate le patologie per cui è possibile inoltrare la richiesta di risarcimento a tutela dei diritti del lavoratore. La diversità di queste liste dipende dalla probabilità di avere contratto la malattia durante il lavoro. Un primo elenco è caratterizzato da un’elevata probabilità di origine lavorativa e le patologie che ne fanno parte consentono di ottenere un indennizzo come previsto dalle malattie professionali, il prepensionamento e l’accesso al Fondo vittime amianto. Citiamo tra le malattie l’abestosi polmonare, il mesotelioma del pericardio e il tumore alla ovaie o alla laringe.

Una seconda lista include patologie di limitata probabilità, il tumore alla faringe, il cancro allo stomaco e il cancro del colon-retto. In questo caso, gli eredi del defunto devono dimostrare il nesso di causalità per poter avere accesso alle prestazioni INAIL e al risarcimento ETERNIT integrale a carico del datore di lavoro. In caso di accertato nesso, il coniuge e i figli del defunto (minorenni o studenti universitari) avranno diritto alla rendita reversibilità e al risarcimento danni amianto. Una terza lista prevede l’origine professionale possibile e l’origine sul luogo di lavoro e include solamente il cancro all’esofago.

Per ottenere il risarcimento, le vittime e i famigliari possono rivolgersi all’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, che da sempre si occupa dell’assistenza ai lavoratori esposti al dannoso mix di minerali e metalli. Ma qual è la procedura amministrativa da affrontare per poter ottenere il risarcimento danni?

Procedura Inail per risarcimento eredi del defunto per morte da amianto

Le patologie correlate all’amianto consentono di ottenere un risarcimento per i danni fisici e morali causati dalla malattia stessa alla vittima e ai familiari. L’indennizzo è previsto, non appena accertato il collegamento tra occupazione e malattia, sia per il lavoratore colpito da una delle patologie viste in precedenza sia per gli eredi che succedono in caso di morte del defunto. Occorre sottolineare la differenza tra rendita e indennizzo. La rendita INAIL si ottiene nel momento in cui il grado invalidante risulti essere superiore al 16%. L’indennizzo, invece, si ottiene nei casi in cui il danno biologico risulti essere compreso in una percentuale che va dal 6% al 15%.

La procedura che il lavoratore esposto all’amianto deve intraprendere non appena manifestata la malattia prevede un iniziale controllo da un medico del lavoro o dal medico curante per accertare il nesso di causalità tra lavoro e patologia e la sussistenza dell’esposizione al terribile mix di minerali e metalli. Una volta appurato il nesso, al lavoratore verrà consegnato una prima certificazione di malattia professionale che, contemporaneamente, il medico dovrà inoltrare all’INAIL. Entro 15 giorni il lavoratore malato dovrà informare il datore di lavoro e consegnare il certificato di malattia professionale. Dopo questi passaggi il lavoratore verrà nuovamente sottoposto a visita per accertare il grado invalidante.

Il risarcimento che l’INAIL corrisponderà alla vittima o agli eredi del defunto per morte da amianto prenderà come riferimento le tabelle per danno biologico compilate dall’Osservatorio e l’adeguamento dei valori di liquidazione del danno non patrimoniale da perdita del lavoro parentale (andranno distinti i reati colposi da quelli dolosi). Il tetto massimo di liquidazione danno biologico è di 331.920.00 euro in favore di ciascun genitore per la morte di un figlio. La rendita in reversibilità prevista dall’INAIL per il coniuge corrisponde al 50% mentre per i figli minorenni o di età massima di 26 anni qualora studino all’università la reversibilità sarà del 20% fino al raggiungimento del 100% della quota spettante al lavoratore poi defunto.